Reggio Emilia Inspired Philosophy
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The Reggio Emilia Approach is an innovative and inspiring approach to early childhood education which values the child as strong, capable and resilient; rich with wonder and knowledge. Every child brings with them deep curiosity and potential and this innate curiosity drives their interest to understand their world and their place within it.
Typically the Reggio Approach is applied to preschools and early childhood settings and with an understanding of the general principles, this inspiring child-led approach can be adapted to the home as well.
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Fundamental Principles:
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Children are capable of constructing their own learning.
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They are driven by their interests to understand and know more.
Children form an understanding of themselves and their place in the world through their interactions with others.
There is a strong focus on social collaboration, working in groups, where each child is an equal participant, having their thoughts and questions valued. The adult is not the giver of knowledge. Children search out the knowledge through their own investigations.
Children are communicators and communication is a process, a way of discovering things, asking questions, using language as play. Playing with sounds and rhythm and rhyme; delighting in the process of communicating.
Children are encouraged to use language to investigate and explore, to reflect on their experiences. They are listened to with respect, believing that their questions and observations are an opportunity to learn and search together. It is a process; a continual process. A collaborative process. Rather than the child asking a question and the adult offering the answers, the search is undertaken together.
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The adult is a mentor and guide.
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Our role as adults is to observe (our) children, listen to their questions and their stories, find what interests them and then provide them with opportunities to explore these interests further.
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The Reggio Emilia Approach takes a child-led project approach.
The projects aren’t planned in advanced, they emerge based on the child’s interests.
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The Hundred Languages of Children
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Probably the most well-known aspect of the Reggio Emilia Approach. The belief that children use many many different ways to show their understanding and express their thoughts and creativity.
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A hundred different ways of thinking, of discovering, of learning.
Through drawing and sculpting, through dance and movement, through painting and pretend play, through modelling and music, and that each one of these Hundred Languages must be valued and nurtured.
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These languages, or ways of learning, are all a part of the child.
Learning and play are not separated.
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The Reggio Emilia Approach emphasises hands-on discovery learning that allows the child to use all their senses and all their languages to learn.
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Uno dei Migliori Metodi Educativi Esistenti al Mondo: Metodo Reggio Children.
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“I bambini costruiscono la propria intelligenza. Gli adulti devono fornire loro le attività ed il contesto e soprattutto devono essere in grado di ascoltare”, diceva Malaguzzi.
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Il metodo Reggio: la scuola dell'infanzia secondo Malaguzzi
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IN COSA CONSISTE IL METODO REGGIO?
Malaguzzi fu il primo a pensare delle cose che oggi potrebbero sembrare ovvie, ma per quell’epoca erano davvero rivoluzionarie.
I bambini infatti, secondo il pedagogo, non imparano, a differenza della teoria di Piaget, soltanto interagendo con gli oggetti, ma essi stessi mettono in pratica tutta una serie di risorse di cui sono dotati, e interagiscono con l’ambiente, con gli oggetti, con altri soggetti, in quanto soggetti attivi e portatori di diritti e di bisogni.
Il sapere dunque si attiva con un processo di auto-costruzione, il bambino, essendo creatore di sapere deve essere lasciato libero di sperimentare, di interagire, di attuare un proprio percorso di apprendimento.
I bambini non sono più recettori passivi, ma attori principali del processo costruttivo, la loro conoscenza passa attraverso le relazioni con gli altri, essi conoscono “100 linguaggi”: verbali, tattili, visivi e tanti altri ancora.
I bambini stessi devono essere incentivati alla discussione, alla riflessione, alla realizzazione di soluzioni per i problemi che essi stessi incontrano.
Gli insegnanti non sono più dunque i depositari del sapere da trasmettere, quanto delle guide che interagiscano con questi nuovi soggetti aventi diritti. La priorità non è la materia da insegnare, ma l’attenzione del bambino.
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Non bisognerà insegnare ai bambini di più di quel che riescono ad imparare da soli e non si dovranno esprimere giudizi affrettati.
Il sapere dovrà essere trasversale e non settoriale.
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Bisognerà avere in mente sì un progetto e degli obiettivi finali, ma passare attraverso un processo educativo, il progetto vale più della programmazione.
Si procede seguendo le necessità del piccolo, e si ripianifica e riconsidera in base a questo suo personale percorso.
La formazione dovrà passare dal confronto e dalla discussione
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La scuola è il cantiere nel quale si costruiscono piccoli soggetti, dove essi sperimentano, si evolvono, dove gli insegnanti insegnano non un programma ma un metodo di apprendimento.
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Malaguzzi si convinse dell’importanza anche dell’estetica della scuola: un posto bello, dove poter “Sporcarsi” le mani.
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